A ogni angolo rom
chiedono l’elemosina, mentre branchi di piccoli romeni derubano i
turisti, con contorno di barboni, tossici e parcheggiatori abusivi
L’invivibile declino della stazione Termini. Il progetto di
riqualificazione degli spazi è fallito. La vigilanza insufficiente
lascia i viaggiatori in balìa di criminali e mendicanti |
Marco Morello
La situazione in cui versa la stazione Termini è ormai prossima al
collasso. Non basta utilizzare definizioni altisonanti come «centro
polifunzionale di interscambio» e piazzare un paio di guardie qua e
là per assicurare ordine e sicurezza a un'area di 225mila metri
quadrati in cui ogni giorno circolano di media 400mila persone.
Quella che le istituzioni spacciano senza pudore per una vetrina
dorata, idonea ad accogliere turisti e uomini d'affari nella
Capitale, è in realtà fin troppo simile a un accampamento, a un
putrido angolo abbandonato e degno dei peggiori bassifondi
cittadini. Ecco come uno dei centri pulsanti di Roma è stato
trasformato in un'area che extracomunitari, criminali, rom e
tossicodipendenti si sono spartiti in zone di competenza. Al mattino
la parte destra di piazza dei Cinquecento, per intendersi quella più
vicina a via Marsala, è adibita a bagno a cielo aperto: per
soddisfare i propri bisogni fisici ogni angolo è buono, in
particolare quelli sovrastanti gli ingressi della metropolitana,
dove si accumulano escrementi maleodoranti che tolgono il respiro ai
malcapitati passanti. Per non parlare del tanfo che il vento
trasporta per centinaia di metri, rendendo l'aria della zona
irrespirabile e ributtante durante l'intera giornata. Davanti alle
fontanelle, intanto, si allunga la fila di quanti usano i «nasoni»
per lavarsi, denudandosi davanti a tutti dei loro stracci.
Concluso il primo rito si passa al secondo, quello che
caratterizzerà l'intera giornata: l'accattonaggio molesto.
Nei momenti in
cui la ronda è meno sostenuta, cioè quasi sempre, davanti
all'entrata principale della stazione due ali di almeno trenta
zingari ostruiscono il passaggio. Chiedono una moneta, anzi la
pretendono, a volte minacciosi. E intanto litigano tra di loro, si
spintonano, sputano dove capita, lordano i carrelli per i bagagli,
circondano chiunque si fermi a un bar per comprare un panino.
Mangiare a Termini seduti a un tavolo è possibile solo in alcune
sale che si fanno pagare il «privilegio» a caro prezzo. Poi, non
appena i controlli stanno per intensificarsi, magari per l'arrivo di
un furgone portavalori, si disperdono tra i binari, per propinare il
loro ordinario supplizio a chi attende sulle banchine. I furti sono
invece una prerogativa dei piccoli romeni che si muovono in branchi.
Volgari e rumorosi, individuano la vittima, la seguono e la
distraggono apostrofandola in maniera sguaiata, mentre gli altri
inseriscono le loro mani esperte in uno zaino o in una tasca senza
farsene accorgere. Gli stratagemmi sono tanti, tutti ampiamente
testati e validi.
A cinquanta metri dalla stazione c'è il parcheggio «Metropark»,
gestito da Rfi e a pagamento. Peccato che oltre alle tariffe
standard sia necessario corrispondere il pizzo ai sette senegalesi
abusivi che si riparano dal sole sotto un albero, che nemmeno si
scomodano ad avvicinarsi, ma chiedono due euro per non danneggiare
la macchina. E intorno ai taxi è ancora peggio: a regolare la fila
ci pensano tante piccole zingare che, nell'indifferenza rassegnata
dei conducenti, aprono gli sportelli e si spalmano addosso al
cliente finché non ottengono la «mancia».
Su via Marsala una parata di tossici con gli occhi spenti attende la
notte per andarsi a bucare nei vagoni abbandonati nei pressi delle
ferrovie Laziali poco distanti. Dormiranno lì, stipati l'uno vicino
all'altro, eludendo senza remore la chiusura notturna di Termini,
che rimane la residenza prediletta anche di barboni provvisti di
materasso e di «prostituti» romeni in cerca di clienti.
Il «forte degrado strutturale, architettonico e sociale considerato
irreversibile» che il Comune si vanta di aver estirpato, è ancora lì
e ha ormai toccato il punto più basso. Ciò che proprio non si spiega
è perché nessuno muova un dito, nonostante la situazione sia sotto
gli occhi di tutti. L'unica cosa che il Campidoglio è riuscito a
fare è stato organizzare la «Notte Bianca spagnola» dentro Termini.
Un'occasione d'oro per i veri padroni della stazione, di rubare e
mendicare. Indisturbati e impuniti come sempre. |