rostitute gratis in cambio di qualche soffiata per evitare i controlli. È una delle fotografie scattate dalla maxi inchiesta che arriverà a febbraio davanti al giudice dell’udienza preliminare, che vede coinvolte 26 persone tra noleggiatori, tassisti, dipendenti pubblici (di Roma, Bassiano, Sonnino e Fiumicino) e tre vigili della squadra vetture del Gpit (il gruppo pronto intervento traffico della polizia locale Roma Capitale, che ha il compito di controllare proprio le licenze di trasporto pubbliche), compresi tre funzionari della prefettura e un poliziotto. Uno spaccato della corruzione nella pubblica amministrazione capitolina, che racconta di presunte tangenti chieste dai vigili per garantire il rilascio di autorizzazioni Ncc e licenze dei taxi, delle mazzette pagate dagli autisti per ottenere favori per la cancellazione di multe e «spiate» sui controlli o i blitz in atto. Un’indagine che spiega (in parte) come sia possibile che nella Capitale, oggi, circolino decine di Ncc illegali. Altri con licenze di Comuni indagati per truffa, alcune ritirate. Moltissime provenienti da regioni lontane centinaia di chilometri, che dovrebbero entrare ogni giorno in città con precisi contratti d’ingaggio e invece lavorano stabilmente a Roma. Compresi tassisti abusivi (solo ABUSIVI prego! n.d.r.), tornati (dopo gli ultimi blitz) a Termini.
LE TANGENTI. Si comincia con un tassista abusivo (ex tassista, ora solo ABUSIVO! n.d.r.) finito nei guai per una vecchia inchiesta su un giro di cocaina trasportata da un gruppo di auto bianche. È lui nel 2008, mentre sconta la sua pena, a puntare l’indice contro i vigili Mario Ciliberto, Marco Croce del Gipt e Aldo Praino del Comando di Fiumicino. Per la procura è un testimone attendibile. Racconta che a Termini, in passato, aveva raccolto da vari tassisti centinaia di euro a settimana, che consegnava puntualmente a Ciliberto e Croce. I soldi, dice, servivano per far chiudere un occhio ai vigili sulle irregolarità. Scattano pedinamenti e intercettazioni. Vengono messe microspie anche nell’ufficio patenti della prefettura dove si sospetta che alcuni dipendenti cancellino le multe di tassisti e Ncc per i casi segnalati dai vigili corrotti. Ma dai video non emergono riscontri. Gli investigatori, però, scoprono che tre impiegati del palazzo di governo timbrano l’uno il badge dell’altro, frodando l’amministrazione sulle effettive presenze: Annarita Nunzi (48 anni), Maria Laura Roselli (58) e Sabatino Cococcia (54) vengono accusati di truffa. Nei guai finisce pure un poliziotto, Danilo Pancia, per aver avvisato i dipendenti che qualcuno li stava intercettando, mandando a monte, dice il PM, l’inchiesta.
LE ACCUSE. Nell’elenco degli indagati ci sono tassisti e autisti Ncc che hanno ottenuto licenze e autorizzazioni taroccate. Uno di loro, intercettato, avrebbe offerto a Croce in pagamento i favori di una prostituta. È lo stesso vigile a confessarlo a un tassista. «Sintomo - scrive il gip - di un verosimile pagamento attraverso rapporti sessuali per i servigi resi». Una sorta di «tutela» che consentiva agli autisti di evitare i controlli e, scrivono i magistrati, «poter operare con tassametri manomessi, per ottenere, indebiti guadagni dai turisti stranieri». Ciliberto (il vigile, nei giorni scorsi è stato visto alla guida di un van Ncc intestato alla moglie) avrebbe procurato perfino licenze false. Raccontava di intercedere presso le commissioni dei piccoli Comuni e si faceva pagare. Ma le licenze non erano tutte fasulle. A Bassiano nei guai per corruzione sono finiti Angela Coluzzi (53 anni), Maurizio Salvatori (51) e Maurizio Longo (51, sindacalista), tutti appartenenti alla commissione che formava la graduatoria finale del concorso per la concessione delle autorizzazioni e un ex assessore Roberto Campagna. Praino, invece, secondo il PM, avrebbe fornito documentazione falsa per presentare e far accogliere ricorsi a multe verbalizzate da altri agenti.