C’è una sorta di cupola, di cui farebbero parte una decina di potenti coop romane di noleggio auto e bus, che ha in mano un business milionario, quello del trasporto dei turisti in città. Ne sono convinti i magistrati che stanno indagando in alcune procure d’Italia. Un disegno articolato che emerge vagliando le inchieste, con accuse che vanno a vario titolo e a seconda dei casi, dall’associazione a delinquere, alla truffa, al falso. L’ultimo scandalo riguarda Cicala, un comune calabrese con 900 anime e circa 200 autorizzazioni Ncc rilasciate. È di pochi giorni fa la notifica di conclusione delle indagini con quasi un’ottantina di noleggiatori romani finiti nel fascicolo del pm di Lamezia Terme (Cz) Domenico Galletta. Il magistrato contesta ai 136 indagati, tra cui due giunte calabresi, a vario titolo falso e abuso d’ufficio.
Gli indagati Tra i loro nomi compare quello di Fabio Falasca, 44 anni, ai vertici di una delle più grandi cooperative romane di Ncc (Blu Car), arrestato lo scorso dicembre e costretto inizialmente ai domiciliari per un’altra indagine simile, svolta dalla polizia stradale che aveva ammanettato 14 persone, compreso il sindaco di un comune abruzzese che, come Cicala, aveva rilasciato un numero abnorme di autorizzazioni Ncc. Nei guai per i rilasci di Cicala anche Giovanni Barone, Cristiano Tabarani, Stefano Fratini, Massimo Cellini, Louis Sargenti, esponenti di coop romane di noleggiatori che hanno licenze di Cicala.
Le accuse Nel fascicolo riguardante il piccolo comune calabrese viene contestato agli amministratori di aver adottato delibere per il rilascio di autorizzazioni, omettendo il regolare bando previsto per legge. Ai beneficiari di aver «istigato» la condotta irregolare. In particolare, avrebbe dimostrato il magistrato, i titolari di queste autorizzazioni, ottenute in modo illegittimo, venivano a lavorare tutti a Roma, dove il mercato è molto fiorente. Ma dove i noleggiatori con licenze «burine», così chiamate in gergo, non potrebbero entrare, a meno di dimostrare che «sede dell’azienda e core business siano nel comune di rilascio.
Il sistema romano A Roma molti noleggiatori che vengono da fuori città entrano nelle varie cooperative. Quasi tutti sono inseriti nel database di Agenzia della mobilità, che ha concesso a oltre 3mila auto Ncc il pass annuale per entrare in Ztl. Ci sono autorizzazioni, rilasciate da Comuni siciliani come Ragusa, Noto, Comiso, o Calabresi come Cicala, Panetteri, Cosenza, o Abrussezi, solo per citarne alcuni, che ogni giorno lavorano a Roma sotto l’egidia di alcune cooperative, violando (secondo le procure) le norme in materia. Comuni che uno dopo l’altro stanno cadendo sotto i colpi degli inquirenti, dopo gli esposti dei tassisti della Cisl, Ugl, Cisal, Mit e Anar noleggiatori, e grazie alle inchieste di polstrada e polizia di frontiera. Al centro c’è un fiume di denaro scucito dalle tasche dei turisti, che finisce in parte nelle casse dei noleggiatori e in parte nelle casse dei Comuni che rilasciano le autorizzazioni, alcuni di questi in odore di criminalità organizzata