La magistratura sud coreana ha accusato Travis Kalanick, CEO di Uber Technologies e il suo socio in affari coreano, MK Koream di violare la legge sui trasporti. Questa è solo l'ultima di una serie di querelle che l'americana Uber è costretta ad affrontare per le veementi proteste dei taxisti di mezzo mondo. La giunta comunale di Seoul, dal canto suo, ha detto che quest'anno potrebbe vietare applicazioni per servizi simili di Uber, per motivi di concorrenza sleale con i servizi di taxi lecitamente autorizzati e dalla prossima settimana offrirà ricompense di circa 1000 dollari a persone che forniranno informazioni sui servizi di Uber. ”L'unità sud coreana di Uber e MK Korea stanno illegalmente operando nel segmento delle auto a noleggio per il trasporto pubblico”, ha detto un funzionario della Procura di Seoul. Non son state rilasciate dichiarazioni, invece, sul mandato a comparire davanti ai giudici a Kalanick, per essere interrogato. Un portavoce di Uber ha dichiarato che l'azienda collaborerà pienamente ed è “fiduciosa” che il tribunale sosterrà un giusto e ragionevole giudizio dell'attività di trasporto. ”Siamo fermamente convinti che il nostro servizio, che collega i clienti ai conducenti di auto tramite un'applicazione, non è solo legale in Corea, ma che sta per essere accolta e sostenuta dai consumatori”, ha detto la società in una e-mail distribuita dal socio sud coreano di Uber. Uber, che ha raccolto 1,2 miliardi dollari all'inizio di questo mese a stimato in circa 40 miliardi di dollari il flusso dell'intero anno, ha detto che in agosto che aveva chiesto un parere tecnica sulla legalità del servizio offerto.