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Decreto Bersani contenente la pseudo-liberalizzazione dei taxi |
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benefici ipotizzati | l'opinione di AssoTaxi | l'opinione dell'on. Betrice Magnoli, parlamentare dell'Ulivo | il parere dell'Antitrus (Autorità garante della concorrenza e del mercato) | ||
maggior offerta di taxi, di conseguenza maggior concorrenza e quindi riduzione dei prezzi all'utenza |
il maggior numero di vetture non garantisce in alcun modo che queste
siano sempre disponibili dove serve, neppure statiscamente la presenza
casuale aumenterebbe, questo per due motivi: 1) in certe ore il flusso
degli utenti si svolge maggiormente dalla periferia al centro, le perferie rimangono quindi prive di taxi perchè questi ovviamente si
fermano in centro non essendo economico ritornare a vuoto in periferia a
cercare un altro cliente, anche perchè se per tornare indietro ci vuole
1/2 ora o più nel caos cittadino, tanto vale restare fermo per lo stesso
tempo in attesa in un parcheggio. In certe ore il flusso s'inverte e
sarà il centro a rimanere sprovvisto di taxi, che si troveranno in gran
quantità nei parcheggi periferici. L'unico risultato quindi è quello di
aumentare il numero di taxi fermi al parcheggio. 2) il taxista essendo
un lavoratore autonomo che vive esclusivamente dei suoi incassi si
recherà di referenza nei luoghi dove c'è più lavoro, per esempio
l'aeroporto, o i luoghi turustici ecc. e non necesseriamente nelle
stazioni periferiche, a meno che di non far diventare molto appetibili
queste postazioni. Se il beneficio sperato è la riduzione del prezzo
della corsa rispondiamo nettamente di no. Per fare qualche paragone
realistico dobbiamo considerare quei settori dove in passato esisteva
uno stretto controllo amministrativo e che sono stati poi liberalizzati,
citiamo ad esempio: -R.C. auto (assicurazione responsabilità civile sulle vetture) -affitto abitazioni ad Equo Canone -carburanti -autostrade -treni -autobus urbani per quali di questi l'utente ha beneficiato di una riduzione di prezzo? Ovviamente nessuno. Solo la grande distribuzione dei supermercati ha permesso un contenimento dei costi, secondo la formula: meno negozi ma più grandi con meno personale = costi d'esercizio diluiti su più clienti, quindi minor prezzo per il singolo cliente Applicando lo stesso principio, l'unico che ha dato risultati, al nostro settore la formula diventerebbe: meno vetture ma più efficienti, cioè su corsie riservate = costi d'esercizio diluiti su più clienti, minor tempo impiegato, quindi minor prezzo per il singolo cliente. |
...alla faccia della liberalizzazione, lasciatemelo dire! - Se consideriamo che la DIA è già in vigore, grazie alla legge Bersani, per l'apertura di negozi fino a 250 metri quadri, per le attività artigianali, per le ristrutturazioni edilizie, è legittimo chiedersi in quali campi vi saranno innovazioni e se, in alcuni casi, non si torni indietro. Ricordo che, in alcune regioni, la DIA comporta l'immediato inizio dell'attività, mentre, secondo il testo del decreto-legge, essa ha efficacia dopo trenta giorni. Per il silenzio-assenso, il termine è fissato in novanta giorni, almeno fino all'approvazione dei regolamenti, e addirittura dopo centottanta giorni per i primi sei mesi di applicazione. Sono escluse tutte le attività imprenditoriali soggette a programmazione vincolate a limiti quantitativi (farmacie, supermercati, bar, ristoranti, taxi e quant'altro)... | ...l'Autorità riconosce la necessità di tener conto delle problematiche avanzate dai conducenti dei taxi… attraverso misure che siano accompagnate da una sorta di "compensazione" a loro a favore...Le iniziative volte a favorire una maggiore apertura dei mercati interessati, ove accompagnate da misure compensative, avrebbero infatti il pregio di limitare gli effetti sfavorevoli sugli attuali detentori di una licenza, garantendo al contempo l'ingresso di nuovi operatori e un incremento dei benefici per la generalità dell'utenza... Una prima tipologia di intervento, idonea ad incrementare il numero delle licenze, può essere rappresentata dal ricorso ad una procedura d'asta, a seguito della quale le Amministrazioni potrebbero rilasciare delle nuove licenze, a titolo oneroso. Gli introiti derivanti da tale procedura potrebbero essere impiegati per compensare "una tantum" gli attuali titolari delle licenze...Una diversa soluzione consiste nella possibilità, da parte delle Amministrazioni, di incrementare il numero delle licenze mediante la distribuzione, a titolo gratuito, agli operatori del settore di un'ulteriore licenza. Tale misura avrebbe l'effetto di compensare gli attuali titolari delle licenze della perdita di valore, in termini economici, di queste ultime. I fornitori del servizio taxi, infatti, potrebbero procedere alla vendita della nuova licenza, realizzandone un ricavo, oppure sfruttare entrambe le licenze mediante affidamento della nuova licenza. Affinché tale misura sia efficace, appare opportuno che la nuova licenza venga ceduta, ovvero utilizzata, entro un congruo periodo di tempo, compatibile con il graduale processo di liberalizzazione... La misura in esame richiederebbe, tuttavia, che sia consentito ad un medesimo soggetto di cumulare più licenze per l'esercizio del servizio taxi, diversamente da quanto previsto dalla normativa vigente, nonché la possibilità di essere sostituiti alla guida da chiunque risulti in possesso dei requisiti richiesti. Un'eventuale modifica delle disposizioni previste dagli artt. 8 e 10, di cui alla legge n. 21 del 15 gennaio 1992, potrebbe essere sollecitata dalle Amministrazioni competenti alla regolamentazione del settore. | ||
NO alla “GAMBIZZAZIONE” del servizio TAXI |